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Di seguito un po’ di notizie su Sasso di Castalda
Piccolo paese lucano conta solo 967 abitanti, dista solo 27 km dal capoluogo di provincia Potenza ed è a 940 metri sul livello del mare. Originariamente chiamata “Pietra Castalda” (cioè rupe fortificata), fu un’antica roccaforte normanna riedificata nella metà del XII secolo, della quale oggi non restano che pochi ruderi, visibili nella parte alta del paese.
Il viaggio alla scoperta di Sasso di Castalda inizia dalla visita al centro storico del paese dove troviamo, in buono stato di conservazione, la chiesa dell’Immacolata, con un portale particolare, ed all’interno, una statua della Madonna col bambino del Trecento, alcune tele del Quattrocento ed un confessionale intagliato e bellissimi affreschi del rinascimento. Da visitare è anche la Chiesa di Sant’Antonio, che custodisce una scultura di Sant’Antonio dell’inizio del 1500. Continuando a camminare nel centro storico si scoprono piccoli tesori architettonici, vicoletti suggestivi e portali in pietra di antichi palazzi, fino ad arrivare ad una terrazza panoramica dove è possibile ammirare la bellezza del paesaggio montano e la natura incontaminata, immersi nella quiete e in un silenzio senza fine, interrotto solo dai suoni della natura.
Sasso di Castalda ha una suggestiva area boschiva dove si sosterà, in un’area attrezzata, per consumare un gustoso pranzo a sacco a base di prodotti tipici (salumi, formaggi e vini locali). Nelle immediate vicinanze sarà possibile approvvigionarsi di acqua alla Fontana di Fossa Cupa, dalla quale sgorga una delle migliori acque della Basilicata. Dopo la pausa pranzo, passeggiata libera tra i boschi alla scoperta della vegetazione e della flora e fauna tipica di questo bosco. Addentrandosi nel bosco è possibile ammirare faggi spettacolari e tra questi il faggio di San Michele, uno degli alberi padri della Basilicata, tutelato da una legge regionale, dedicato all’arcangelo più forte nel combattere il male. Osservando il suo tronco sono evidenti i segni dell’età (300-400 anni): tante cicatrici deformi sul tronco di 6 mt di circonferenza (sono necessari 4/5 adulti per abbracciarlo). Secondo la tradizione è il primo albero a fiorire e a segnare l’arrivo della primavera. Sotto la sua possente chioma, una panchina invita fermarsi per leggerne la storia o ritagliarsi semplicemente qualche minuto di relax.
Percorrendo i sentieri del bosco “La Costara” è possibile anche ammirare simboli della vita agreste della gente del posto: ampi spiazzi (o aie) su cui venivano approntate carbonaie e neviere profonde dai tre ai cinque metri dove conservare neve cui attingere in estate. Continuando il cammino del bosco si arriva ad un “punto panoramico” su un fianco scosceso della montagna. Qui un’area priva di faggi offre al visitatore un bellissimo affaccio panoramico sulla verde vallata. Da questo punto, attraverso la bretella del sentiero Frassati, si potrà fare ritorno al paese o scegliendo altri sentieri che costeggiano il torrente San Michele, tra mulini e ponticelli, si potrà arrivare fino alle piste sciistiche (1709 mt) dominate dal caratteristico Rifugio Costaro, in perfetto stile montanaro.
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